Sfogliando tutti gli articoli di giornale dedicati allo studio ed al cambiamento sociale condizionati dall’inserimento nel mondo manufatturiero di robot, mi ha personalmente colpito una valutazione statistica presentata da Wolfgang Dauth, Sebastian Findeisen, Jens Südekum e Nicole Woessner su Econopoly del 22/10/2017 riportato sul Sole24.
Secondo questa studio effettuato e seguito scrupolosamente da questi quattro economisti di fama mondiale, l’America ha subito un aumento di disoccupazione molto significativo con l’introduzione di robot nel mondo manufatturiero: un robot impiegato ha eliminato dai 3 ai 6 operai , sempre secondo le statistiche calcolate dal periodo compreso tra 1993 e il 2014.
Peró emerge una incongruenza di fondo se si paragona l’andamento USA a quello Europeo, in particolar modo alla Germania. Infatti proprio in Germania nel 1994 statisticamente c’erano 2 robot su 1000 occupati, piú del doppio rispetto alla media Europea e soprattutto quadrupla rispetto agli USA. Oggi la presenza dei robot sul suolo tedesco è pari a 7,6 su 1000, contro appena 2.7 in Europa e 1.6 negli Stati Uniti.
Ma cosa alquanto bizzara è che nonostante l’imprenditoria tedesca abbia sposato completamente l’automazione robotica, la Germania è l’unica nazione con il piú basso tasso di disoccupazione e con un’altissimo coefficiente di occupati nel mondo manufatturiero, sempre rispetto all’Europa e agli Stati Uniti.
Non è da sottovalutare anche che la Germania è leader mondiale nella produzione di robot antropomorfi, kuka, ABB e che lo studio e lo sviluppo degli stessi sono al primo posto, seguito dalle case Giapponesi Fanuc e Motoman.
Secondo gli studi effettuati da Acemoğlu e Restrepo, statisti e studiosi, l’impatto di tutta questa automatizzazione in Germania ha portato ad una perdita di occupati pari a 275mila posti di lavoro a tempo pieno sempre nel periodo compreso tra 1994 ed il 2014. Ciò nonostante, le stesse perdite sono state nettamente ed ampliamente compensate dalle acquisizioni degli stessi in altri settori. Quindi sostanzialmente lo storico e l’analisi statistica hanno dimostrato che i robot hanno modificato la forza lavoro accellerando il declino occupazionale manufatturiero per il ripiego su altre potenzialitá d’impiego. Le conclusioni tratte dal Sole24 Ore sono “i robot non distruggono i posti di lavoro manifatturieri esistenti, ma inducono le aziende a creare un minor numero di nuovi posti di lavoro per i giovani” .
I giovani non dovranno mettersi in graduatoria per l’impiego manufatturiero, ma per lo sviluppo dello stesso con lo studio e la proposta sul mercato.
La Germania è la Nazione che sta facendo storia nel Mondo lavorativo.
Bisogna imparare a lavorare con i robot per diventare i dominatori dei sistemi e non vittime degli impianti.
È il ritorno all’Illluminismo del XVIII: l’uomo non nasce per movimentare o manipolare scedenzialmente un oggetto, ma nasce per capire come poterlo fare meccanicamente: Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! (Kant)
Daniela Giroldo