E’ evidente che sarà proprio così: il corona virus accelererà gli investimenti per l’automazione industriale e logistica.
In questo momento particolare esiste la necessità di trovare strumenti artificiali che possano sostituire l’uomo nel sopperire al fabbisogno giornaliero.
Milioni di persone hanno iniziato a lavorare da casa in smart working. I fornitori di beni di prima necessità stanno lottando con la richiesta, mentre l’utenza accumula con nevrosi tutto il necessario per la sopravvivenza a lungo termine.
Improvvisamente le macchine automatizzate devono dimostrare di essere migliori dei semplici studi e parametri di calcolo iniziali. In questo preciso momento storico infatti, ci si accorge che l’automazione potrebbe essere letteralmente il polmone esterno di un malato di covid, ma anche il polmone che salva l’azienda manifatturiera da una crisi insuperabile.
Dopo la pandemia ci saranno grandi cambiamenti sociali nel nostro secolo e lavorativamente parlando si apriranno nuove necessità per la sopravvivenza: robotizzare le linee chiave che reggono la realtà che ci circonda.
Ora si stanno valutando e studiando quanto le macchine possono essere affidabili senza l’intervento umano: quanto durino, quale possa essere il modo di intervenire in remoto e quali possano essere gli errori per i fermi.
In una realtà come la nostra, dove l’evoluzione industriale ci ha portati a connetterci a reti internet a 5G, per la scuola, il lavoro, l’hoppy e soprattutto per la socializzazione, ora più che mai fondamentale, non ci si può fermare per tornare indietro: sarebbe un disastro emotivo ed innaturale per l’essere umano.
Bisogna studiare metodi e modi per sviluppare l’automatizzazione nei punti chiave: deve essere affidabile, sicura e gestibile in remoto. Deve garantire il servizio all’utenza e mantenere gli standard qualitativi di servizio.
Per la sicurezza ed affidabilità del sistema, bisogna pianificare tutti i potenziali errori che potranno verificarsi e che dovranno essere trasmessi ad un corpo centrale per l’immediato intervento e riparazione.
Con i parametri di funzionalità (la velocità, tempo di ciclo o percentuale di successo) e con la riprogettazione e comunicazione degli errori, mancherebbe ancora un ultimo punto non meno importante da affrontare: ridefinire l’interazione dell’uomo con la macchina.
Quest’ultimo punto è da rivalutare molto attentamente quando i precedenti saranno attuati e verosimilmente stabiliti.
Ora più che mai, la robotica è la soluzione che ci permette di sconfiggere questa pandemia.
Oggi i robot disinfettano le camere ospedaliere, svolgono azioni di pneumatologia e interventi in sala operatoria, e di fabbricazione nella realizzazione dei famosi tamponi di laboratorio.
Dal buio della notte in cui ci troviamo, per forza di cose, si dovrà iniziare ad intravedere la luce: con i robot sarà ovviamente tutto più facile e veloce.
Il rapporto tra uomo/macchina quindi sarà poi un tema che dovrà essere affrontato con maturità, responsabilità e limiti.