Pochi giorni fa, l’Ansa ha pubblicato un dato sull’andamento del mercato nazionale: l’Italia è uscita dalla recessione poiché dopo due trimestri negativi, il Pil di quest’ultimo è cresciuto dello + 0,2%.
Il dato può essere significativo, anche se bisogna fare degli sforzi più importanti per risollevare l’economia, in particolare quella Italiana.
Indipendentemente dall’aspetto governativo, che è sempre discutibile ed opinabile, le aziende Italiane fanno veramente fatica a sopportare la crisi economica interna ed internazionale.
Come fa quindi un’attività manifatturiera a rimanere aperta e continuare a produrre con tutti questi ostacoli? Con tutti i rincari delle materie prime, con il costo del lavoro sempre in perenne ascesa?
L’unica soluzione è robotizzare.
Però robotizzando si posso perdere nell’immediato dei posti di lavoro, creando, per il primo periodo d’investimento, l’aumento della disoccupazione.… quindi?
Quale può essere la soluzione?
Sempre, Robotizzare.
Robotizzare è la chiave principale che veramente permette ad una attività di rimanere aperta proprio nei momenti di crisi: il costo del lavoro si annulla e l’attività prende “respiro” con i costi fissi per continuare a rimanere aperta nei momenti bui dell’economia del Paese.
Passato il momento di instabilità economica, e riprese le attività con costanza, l’azienda che ha investito della robotizzazione è obbligata a crescere, poiché quello che ha risparmiato eliminando con il costo del dipendente, lo deve pagare in tasse. L’azienda che cresce quindi è costretta a riassume personale e a svilupparsi verso un mondo imprenditoriale moderno, sicuro e gestibile.
La robotica è un salvagente per tutti: permette di non annegare nei momenti di grande incertezza economica. È a vantaggio sia degli imprenditori e degli stessi dipendenti. Senza di essa l’attività manifatturiera in alcuni casi è costretta a chiudere definitivamente eliminando ogni possibilità futura di nuove collaborazioni.
Robotizzare è l’unica soluzione di “salvaguardia” che tutela la produzione. Il robot dà quella costanza di lavoro che non è condizionata alla necessità ed alle richieste d’ordine per giustificare i costi ed il bilancio aziendale.
La disoccupazione è una conseguenza immediata dell’evoluzione lavorativa con i robot: però è a tempo determinato, poiché l’assunzione diventerà di nuovo fondamentale e necessario, passato il periodo di stallo e crisi.
Bisogna imparare a sfruttare tutte le personali risorse per apprendere ed impiegarsi nel mondo robotico per ritrovare il lavoro e la sicurezza perduta.
Le crisi ci sono sempre state causando squilibri sociali ed insicurezze. La positività è un aspetto che non viene mai calcolato in questi momenti: l’investimento robotico risulta essere il giusto approccio positivo verso il futuro per la propria stabilità aziendale.