La maggior parte dei robot industriali vengono costruiti per essere venduti in tutto il mondo alle fabbriche manufatturiere dove le macchine stesse assembleranno, movimenteranno, salderanno tutti i componenti presenti in commercio: dal settore automobilistico, al settore farmaceutico, al settore packeging e molto molto altro.
Come il mondo si evolve presentando sul mercato finale gadget e componenti di uso e costume che fino a poco tempo fa quasi non esistevano, come gli smartphone che navigano su intentet, forniscono informazioni di ogni genere e con app che fanno statistiche sui dati della propria salute, anche il MONDO INDUSTRIALE si evolve e si modifica in base alle necessità.
Secondo lo studio condotto da Loup Ventures ( International Federation of robotics) nei prossimi 9 anni ci sará un incremento del 175% di attrezzature robotizzate impiegate.
Per questa esponenziela richiesta di mezzi antropomorfi robotizzati, lo studio progettuale delle piú importanti case si sono proposte di approfondire con grande successo la collaborazione diretta con gli operai con i famosi robot collaborativi.
Secondo sempre la Loup Ventures per il 2025 ci sará un aumento degli investimenti sui robot collavorativi del 34% rispetto agli antropomorfi tradizionali. Ad oggi i robot collaborativi rappresentano solo un 3% rispetto agli altri robot.
I robot collaborativi, per loro definizione, possono collaborare direttamente con l’operatore umano. Hanno dei motori così sensibili che basta una forza esterna contraria per farli adattare immediatamente al movimento e percepire evenutali ingombri e ostacoli nella traiettoria, senza arrecare danni alla presenza umana lì a fianco. La loro portata al polso, per il momento, è medio-piccola, fino al max di 35 kg (CR-7iA della Fanuc ). Sono sia piú economici rispetto ai primi usciti sia piú pratici d’installazione, non presentano particolari necessità di sicurezza od ingombri e non necessitano di grigliati o fotocellule d’emergenza.
Secondo sempre i dati di Loup, il mercato robotico industriale a livello mondiale è in aumento del 13% rispetto allo scorso anno, con oltre il 20% di unità vendute rispetto al 2016. Quindi, se entro il 2025 il mercato robotico è indirizzato ad un aumento così proporzionato, entro i 10 anni successivi dovremmo avere un numero triplicato di robot industriali piazzati al mondo rispetto ad oggi. Obbligatoriamente, questo netta e costante crescita porterá anche ad una rivalutazione commerciale del robot stesso: costerà sempre di meno acquistarlo e gestirlo rispetto ad oggi.
Robotizzare è l’unica possibilità che rimane ad un imprenditore per valorizzare quello che produce senza apportare modifiche di proposte di vendita, rimanendo nel mercato. Produrre, progettare e realizzare sono processi naturali dell’automazione industriale.
Daniela Giroldo