È luogo comune pensare che la direzione degli investimenti verso l’automazione industriale sia un una cosa terribile, ingestibile e che mina l’equilibrio socio-economico.
Abbiamo ampliamente spiegato negli altri articoli che questo non è realistico e soprattutto non veritiero. L’industrializzazione è l’unica evoluzione positiva per continuare ad avere aziende che producono nei territori moderni industrializzati. Per continuare ad avere le fabbriche è fondamentale che abbiano i mezzi per essere competitive e vincenti: devono presentare prodotti sempre migliori con ottima qualità e contenere il più possibile i costi di produzione. Questi ultimi sono sempre inversamente proporzionali agli investimenti legati all’automazione: più l’azienda è industrializzata ed automatizzata e minore sono i costi di realizzazione: se la produzione costa poco, contribuendo ad un netto aumento di qualità e finitura, allora il manufatto è vendibile ed è competitivo verso i prodotti provenienti dai paesi emergenti. Con la robotizzazione i costi produttivi si abbassano immediatamente, portando miglioramenti contabili, ambientali e di sicurezza.
Ora sorge il punto fondamentale legato allo scetticismo sull’impiego robotizzato nelle nostre aziende. Ma il dipendente sostituito dal robot cosa fa?
Abbassando i costi produttivi, con l’impiego di macchine automatizzate, ammortate in breve tempo, aumentano di conseguenza i guadagni e gli utili; ma se aumentano i guadagni, aumentano proporzionalmente, e con un delta ben specifico, tutte le accise…quindi l’azienda si trova a dover pagare somme sempre più importanti allo scadere di luglio e novembre (in Italia) per l’anno successivo; la stessa azienda, pensando di fare la scelta giusta, magari, ha anche eliminato del personale (formato con il tempo e con esperienza, ma con costi fissi) sostituendolo con dei robot : pessima idea! Questo secondo aspetto contribuisce ulteriormente all’ aumento considerevole di imposte.
Una fabbrica con un buon Dirigenziale ha necessità di robotizzare per poter essere competitiva ed ha anche grande necessità dei collaboratori per confermare di esserlo! Cambia il lavoro del dipendente operaio, ma non deve essere eliminato: eliminare il lavoro dipendente costa di più in tasse che il contrario. I dipendenti sono una ricchezza per l’azienda: devono collaborare per trovare soluzioni con i robot e impiegare tutte le risorse conoscitive per sviluppare e proporre nuove opportunità. Cambia solo il lavoro: l’operaio viene sostituito dalle macchine, solo per le mansioni veramente pesanti, demotivanti, ripetitive e soprattutto pericolose. Con l’aumento dell’età pensionabile è cosa buona e giusta valutare una sostituzione definitiva del ruolo operaio con il “riciclaggio” dello stesso per altre mansioni più sicure, costruttive e stimolanti.
Quindi l’azienda che sposa la robotica deve preventivare che nel giro di pochi anni si deve ampliare in nuove linee o nuovi stabilimenti per contenere le imposte: le aziende avranno sempre bisogno di collaboratori, pur le più automatizzate, ma questi dovranno essere più tecnici e preparati rispetto al passato.
Questo è il grande cambiamento: il lavoro c’è! Bisogna specializzarsi ed essere in grado di adattarsi alle nuove macchine e ai nuovi protocolli produttivi affinché le fabbriche si possano sviluppare nella direzione più giusta.
Con il flusso esponenziale di investimenti nella robotica industriale, i costi di vendita dei robot sono diminuiti enormemente negli ultimi 10 anni: sono più le aziende artigiane o piccole/medie imprese ad investire in questi progetti, aiutate anche dalle agevolazioni fiscali governative.
Questo significa che Robotizzare è l’unica soluzione per continuare ad esistere con la propria attività nei paesi industrializzati. Bisogna imparare a gestire i nuovi lavori poiché cambia il modo di lavorare e le nuove mansioni: questa è la direzione giusta per superare le crisi economiche!