Dal 2015, il PNSD, Piano Nazionale Scuola digitale, ha introdotto nelle scuole italiane nuove metodologie e proposte per l’insegnamento delle recenti tecnologie e dei nuovi approcci sul mondo del lavoro manifatturiero. Questo ha cambiato il reale significato di apprendimento, di studio ed insegnamento sia per gli studenti che per i docenti.
Molte scuole hanno introdotto la robotica come metodo educativo per i nuovi iscritti e futuri tecnici nelle fabbriche. Esistono molte case produttrici di robot che offrono i propri esemplari alle scuole affinché i futuri collaboratori sappiano adoprare le macchine su cui hanno fatto pratica: kuka e comau solo le case più presenti negli istituti tecnici specialistici.
La donazione alla didattica è un investimento a lungo termine che porta con certezza il ritorno del progetto.
Uno studente in grado di programmare un certo robot invoglia sul mercato la sua presenza: un tecnico che lavora con un brand, in particolare, diventa il primo commerciale dello stesso marchio.
I linguaggi di programmazione sono alla base dello sviluppo didattico, oltre che allo studio basilare della meccanica: gli studenti sono pilotati ad intendere la struttura meccanica, cinematica ed infine hardware del braccio robotico.
Lo sviluppo dei dati IoT porta ad una completezza statistica con la robotica.
Le università si proiettano ora al futuro, cercando di completare la formazione degli istituti tecnici.
Kuka presenta gestionali e software sempre più intuitivi e duttili per l’impiego; comau sviluppa direttamente con il politecnico di Torino nuove forme tecnologiche e d’investimento.
La scuola è il trampolino di lancio per il futuro dei ragazzi: una buona preparazione, capacità e soprattutto d’impegno sono le uniche condizioni che possono dare valore all’individuo di fronte la mondo del lavoro. Questo rende liberi difronte alle possibilità lavorative.
La robotica è essenziale nello sviluppo di una impresa manifatturiera: avere del collaboratori preparati è l’inevitabile consecutio.