E’ proprio così?
In realtà si stanno valutando le evoluzioni sociali e lavorative degli ultimi 10 anni per capire le prospettive verso i prossimi.
Infatti, entro il decennio a venire, i robot svolgeranno più della metà dei lavori manuali presenti ad oggi. Sembrerebbe che con questa affermazione si sia fatto anche il calcolo statistico dell’impiego umano: nessuno rimarrà disoccupato.
Il World Economic Forum prevede infatti la creazione di 133 milioni di nuove posizioni contro i 75 milioni di mansioni automatizzate entro il 2022. La variabile di 58 milioni è un conto per l’occupazione di nuovi posti di lavoro.
Ecco la 4° rivoluzione industriale: l’impiego automatizzato e robotico, sempre secondo il WEF (World Economic Forum), porterà alla creazione di nuovi posti di lavoro di quanti se ne perdano.
Più 133 mil di posti di lavoro nel 2022: questi saranno prevalentemente ruoli legati all’Information technology. Sempre secondo le statistiche di previsione del WEF, saranno richiesti addetti alla raccolta dei dati, all’analisi degli stessi e agli scienziati ingegneri, seguiti da sviluppatori di software sull’intelligenza artificiale ed impiegati gestionali. In ultimo le posizioni marketing e commerciali.
A morire saranno invece 75 mil di posti di lavoro con la percentuale più alta agli addetti alle macchine di produzione, all’ inserimento manuale di dati in sistemi gestionali, all’addetti amministrativi e segretariati.
La proporzione delle ore svolte tra uomo e macchina sono rispettivamente 71% a 29%. Sempre secondo i calcoli statistici Wef, nel 2025, questa proporzione cambierà nettamente: poco oltre la metà, 52%, saranno svolte dalle macchine, il 48% dagli esseri umani.
Nella statistica del 52% , cioè delle ore svolte dalle macchine, nel 2025 il calcolo orario verrà suddiviso in 37% da macchine statiche, robot antropomorfi, scara, ragni, cartesiani e gestionali, mentre il 33% da robot di terra, cioè quei robot in grado di spostare materiale da una parte all’altra con percorsi prestabiliti da segnaletica e capaci di rilevare ingombri all’interno degli stabilimenti.
Una risposta sicura e certa alle previsioni statistiche future del WEF è fornita dal CENTRO DI RICERCA ECONOMICA EUROPEA (ZEW) di Mannheim Germany : questa infatti dichiara che la Germania è il terzo paese più industrializzato in automazione e nel 2017 ha raggiunto un massimale di occupazione pari al 44 mil di posti di lavoro in più.
Le previsioni statistiche del prossimo decennio sono strutturate su dati reali e concreti di oggi, presi e studiati molto attentamente già dal 2007.
L’automazione serve a crescere e l’essere umano serve a sviluppare la propria intelligenza per creare e pensare di trovare nuove soluzioni. Lo sviluppo non si può fermare: l’automazione industriale è l’espressione dell’intelligenza umana e dei suoi frutti.